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Civiltà Appennino

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Progetto Montefeltro. Atlante (partecipato) del paesaggio feretrano

Di Daniele Sacco


 

Nel corso dell’anno 2006 l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, insegnamento di archeologia Medievale, la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Marche, l’Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino, dodici comuni della provincia di Pesaro e Urbino (unitamente ad altri enti territoriali) hanno avviato il “Progetto Montefeltro – Atlante del Paesaggio Feretrano”. Nel corso dell’anno 2009 la piattaforma progettuale è divenuta interregionale, andando a comprendere l’Amministrazione provinciale di Rimini e alcuni comuni del riminese.

Il progetto, conclusosi nell’anno 2016, aveva come obiettivo la comprensione diacronica dei processi di trasformazione della regione storica chiamata Montefeltro, emersa nei secoli dell’alto Medioevo come diocesi appenninica incuneata tra quelle di Rimini, Pesaro, Urbino, Sarsina e Città di Castello.

Il progetto si è sostanziato attraverso studi storici, scavi stratigrafici, ricognizioni territoriali e analisi di archeologia degli elevati i cui risultati sono stati continuamente illustrati al pubblico attraverso eventi che hanno coinvolto la società appenninica di riferimento. Perciò il Progetto Montefeltro è stato anche un grande esperimento (e contenitore) di archeologia partecipata.

Dall’anno 2002 sino all’anno 2018 è stato attivo, parallelamente, il cantiere archeologico del castello di Monte Copiolo  (1033 m s.l.m.; convenzione SABAP Marche, Uniurb, comune Montecopiolo, dal 2014 al 2018 concessione ministeriale). Il sito archeologico è l’emblema della regione feretrana in quanto luogo di origine della famiglia dei conti di Montefeltro, poi duchi di Urbino.

Le analisi hanno riguardato: toponomastica, assetto fondiario, viabilità, insediamenti, fortificazioni ed edilizia civile, strutture ecclesiastiche, strutture produttive. Le informazioni sono state inserite in banche date interrogabili che hanno posto in relazione i dati con l’assetto territoriale di età classica e con le peculiarità geomorfologiche della regione.

In un momento in cui l’archeologia pubblica non era ancora completamente formata nel panorama europeo, le ricerche urbinati hanno approcciato la società appenninica come una risorsa da meglio comprendere, in rapporto all’ambiente, al popolamento e allo stesso folklore.

 


La rupe del castello di Monte Copiolo, nell’Appennino Romagnolo – Marchigiano.

 

Il castello di Monte Copiolo nel XV secolo, ricostruzione curata da J. Betty per Il Resto del Carlino nell’ambito delle azioni di archeologia pubblica intraprese per promuovere il contesto incastellato.

 

L’annuale evento di archeologia pubblica denominato “Festa del Castello”, organizzato dall’amministrazione comunale di Monte Copiolo (foto 1- 2 E. Donati, Fama Leonis) presso l’area archeologica.

 

 

Pagine del quotidiano Il Resto del Carlino dedicate all’archeologia pubblica e ai progetti Uniurb svolti in ambito appenninico.

Daniele Sacco
Daniele Sacco Ricercatore universitario senior. Insegna Archeologia Cristiana e Medievale e Strategie di comunicazione e valorizzazione dei beni culturali presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, Urbino (PU), Dipartimento di Scienze della Comunicazione, Studi Umanistici e Internazionali (DISCU
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