PNRR e aree interne. I dubbi e le indicazioni di chi se ne sta occupando
Il tema del PNRR a beneficio (o meno) delle aree interne è un terreno su cui sin da subito CiviltàAppennino ha aperto il dibattito tra i suoi autori e raccolto il pensiero di autorevoli voci. Il dubbio c’è: quanto effettivamente il PNRR può garantire ed aiutare le aree interne? Al netto della retorica degli annunci della serie: “grandi opportunità per tutti”.
A questo dibattito aggiungiamo anche il recente contributo di Luisa Corazza, pubblicato qualche giorno fa dalla Rivista Il Mulino, dal titolo proprio “POTRÀ IL PNRR RILANCIARE LE AREE INTERNE?”.
Luisa Corazza fa parte dell’autorevole lista dei contributori di civiltaappennino.it ed in particolare di questa utile sessione di riflessione, dirige il Centro di Ricerca per le Aree Interne e gli Appennini dell’Università del Molise ed ha sottoscritto proprio con la Fondazione Appennino (editore di questa rivista web), un protocollo finalizzato allo sviluppo sostenibile delle aree marginali.
Una sessione (questo il link https://www.civiltaappennino.it/tag/pnrr/) a cui hanno dato il proprio pensiero docenti e rappresentanti istituzionali che in coro stanno sostanzialmente mettendo in guardia il decisione legislativo sull’eventualità che il PNRR si trasformi per il Sud e per le aree marginali, in un’occasione perduta.
Luisa Corazza, nel sul recente articolo, sostiene proprio che “per come è strutturato il Piano e per quelle che sono le condizioni, anche amministrative, delle aree, è difficile pensare che in un tempo breve le aree interne possano effettivamente beneficiare di questa occasione di rilancio”.
Foto copertina di meineresterampe da Pixabay