Capossela sulle vie dell’Appennino. Per un manifesto delle aree interne
Il contributo dell’artista all’ultima pubblicazione di Fondazione Appennino
Lo scorso 21 dicembre è uscito “LE VIE DELL’APPENNINO. Civiltà e geografie”, un e-book edito da Fondazione Appennino e Donzelli Editore, all’interno della serie “Civiltà Appennino” che la Fondazione cura da anni.
Finora si tratta di due volumi cartacei: “Civiltà Appennino” (Gennaio 2020) e “Le Vie dell’acqua” (ottobre 2020), e una rivista online www.civiltaappennino.it e questo ultimo e-book, la cui linea editoriale e di posizionamento letterario è data da due affermati scrittori: Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo.
Dopo il primo volume Civiltà Appennino, ne Le vie dell’acqua i due autori hanno allargato la partecipazione coinvolgendo altri 5 autorevoli scrittori italiani: Laura Bosio, Carlo Grande, Laura Pariani, Guido Conti e Donatella Di Pietrantonio.
In questo e-book, l’autorevole contributo che si affianca a Nigro e Lupo è del musicista-cantautore-poeta-scrittore Vinicio Capossela. E cosa accomuna Capossela al percorso della Fondazione e come si unisce dunque il suo contributo alla serie Civiltà Appennino? La motivazione è nel terreno comune di impegno, nel “campo di battaglia” delle aree interne. Infatti l’artista ha inteso contribuire alla pubblicazione con una riflessione dal titolo “2021. Sponz all’Osso” che spiega e racconta il percorso e la filosofia dello Sponz Fest – da lui fondato 9 anni fa – e che nel contempo si affianca ed accompagna la pubblicazione del “Manifesto per le aree interne”, redatto proprio nell’ultima edizione dell’evento di Calitri.
Il policy lab delle terre dell’osso vuole essere uno spazio aperto, fisico e virtuale, un contesto abilitante per rendere operativo un processo di governance collaborativa, attento ad uno sviluppo umano sostenibile, per contribuire ad accelerare le trasformazioni virtuose in atto, a partire dall’Irpinia e dalla Campania, in cui la transizione culturale sia fondata sui principî dell’economia circolare e dell’economia civile, per un modello economico a bassa entropia.
Il policy lab delle Terre dell’osso si struttura intorno ai quattro temi di riflessione e di confronto, emersi dall’indagine attivata dallo Sponz Fest 2021, per individuare, attraverso la creatività e la cultura, azioni prioritarie trainanti, generatrici di nuovi processi in cui la prossimità culturale è considerata un’opportunità:
- rigenera l’osso. Creatività e cultura nella rigenerazione urbana e nell’innovazione territoriale;
- innova l’osso. Creatività e cultura nell’innovazione sociale e nel welfare, nella formazione e nella partecipazione attiva;
- coltiva l’osso. Creatività e cultura in agricoltura e natura, artigianato e processi produttivi;
- connetti l’osso. Creatività e cultura nei sistemi di infrastrutture, mobilità sostenibile e connessioni materiali e immateriali.
(dal Manifesto per le aree interne in Le vie dell’Appennino)
Proprio a questo spazio aperto, fisico e virtuale, ha inteso collaborare Fondazione Appennino coi suoi canali di comunicazione e divulgazione, in un rapporto di scambio e reciproco sostegno con lo Sponz Fest e la sua filosofia; un rapporto iniziato proprio nell’edizione 2021 del Fest, con la presenza del direttore della Fondazione Piero Lacorazza e poi sfociato nella collaborazione di Vinicio in questa ultima pubblicazione che unisce, anche grazie al lavoro di Giuseppe Lupo e Raffaele Nigro, le vocazioni a riabitare “le aree interne” che le due realtà esprimono, in un cotesto anche più ampio di collaborazioni e partnership che pongono attenzione alle aree interne ed a quelle organizzazioni che concretamente operano per una valorizzazione non retorica.
Così Montemurro con Fondazione Appennino e Calitri con lo Sponz Fest diventano simboli di visione e impegno che parte dal luogo ma non si limita a localizzarsi geograficamente bensì punta a diffondersi come messaggio su tutto il territorio nazionale e oltre, unendo le voci tra loro ed unendole a tanti altri protagonisti che operano con i piedi nelle aree interne e la testa nel mondo.
Un mondo che si evolve, che nasce da un passato di tradizioni ed identità legata alle contaminazioni tra popoli e si evolve attraverso le nuove frontiere della sostenibilità, della transizione digitale ed ecologica.
Ecco perché oggi ha più senso parlare di un futuro concreto per riabitare le aree interne; e come Nigro ribalta lo sguardo, mettendosi coi piedi nell’Appennino lucano e guardando l’Europa con le spalle al Mediterraneo, così Capossela riparte proprio dalla storia che divideva le comunità tra polpa e osso:
“Dal 2013 in Alta Irpinia – scrive Capossela -, una di quelle aree interne che Manlio Rossi-Doria definì terre dell’osso in contraltare alla polpa delle coste e delle pianure urbanizzate, si è tenuta un’esperienza che ha cercato di fare del vuoto una risorsa. La storia di Sponz Fest è quella di una comunità non geograficamente localizzata che ha cercato di farsi laboratorio di un’idea del mondo più vicina a quella che si vorrebbe”.
E’ un posizionamento sul concetto di “civiltà” che Fondazione Appennino persegue proprio in questa direzione e che si pone l’obiettivo di divulgare anche con le voci autorevoli di testimonial che “manifestano” la loro convinzione culturale e la loro azione concreta, nella consapevolezza di rinforzare un dibattito denso di riflessioni nuove, utili anche alla società che decide e che fa le scelte di programmazione.
“Da nord a sud l’Italia ha dimenticato i suoi paesi – continua Vinicio la sua riflessione su Le vie dell’Appennino -, sottraendo ai territori interni popolazione e opportunità, riducendoli a periferie. Nella logica del risparmio economico vengono tagliati servizi essenziali per la sopravvivenza di questi luoghi, dai servizi scolastici alla sanità e ai trasporti. Ci si dimentica che l’abbandono dei luoghi e dei territori genera costi enormi ben maggiori di quelli che si sarebbero sostenuti mantenendo i servizi stessi. Tutte le politiche di taglio della spesa pubblica hanno coinvolto prioritariamente proprio i piccoli comuni.
La tutela dei territori e il loro presidio sono essenziali per la cura dell’ambiente e il mantenimento di una economia agricola compatibile ed ecologica. Curare la terra significa prendersi cura di noi stessi. Riabitare i paesi per riabitare l’Italia è una impellente necessità.
Uno degli obiettivi dello Sponz all’Osso è dare risalto quindi alle buone pratiche di giovani che tornano alla coltivazione delle terre in simbiosi con l’allevamento del bestiame autoctono e di imprenditori che scelgono di investire nelle aree interne dando valore alle comunità.
La salvaguardia e la rigenerazione dei paesi, sempre più necessaria anche in relazione alla crisi del modello urbano e ad un riequilibrio dell’insediamento e dei modelli di vita, sono il tema prevalente di questa edizione. L’idea di fondo è che attraverso politiche mirate e l’utilizzo delle nuove tecnologie sia possibile creare le condizioni affinché le persone abbiano l’opportunità di scegliere di rimanere, di ritornare o anche di arrivare per la prima volta in un territorio che solitamente è visto come un luogo da cui partire”.
credits foto: dalla pagina Facebook dello Sponz Fest https://www.facebook.com/sponzfest/photos/1927658620736507