La difficile “guerra mondiale a pezzi” e il futuro della sostenibilità
“Perché stiamo perdendo la “guerra per la sostenibilità” è l’articolo che Donato Speroni ha pubblicato sul suo blog Numerus sul sito del Corriere della Sera, e ripubblicato su Futuranetwork.eu, per aprire e stimolare un dibattito sul futuro della sostenibilità. Un futuro che, proiettato al 2050, appare tutto in salita.
La sintesi.
“Senza false ipocrisie, dobbiamo ammettere che siamo nel mezzo di un lungo conflitto, una “guerra mondiale a pezzi” coma ha detto Papa Francesco. Ma siamo destinati a perdere, per la mancanza di strategia, coraggio e visione a lungo termine da parte dei potenti della Terra, compresi i nostri dirigenti politici. La tragedia dell’Afghanistan è solo un esempio della inettitudine nel difendere i valori fondamentali che tutti i Paesi, almeno formalmente, hanno sottoscritto nel 2015 con l’Agenda 2030. L’incapacità di prevedere le migrazioni, di concepire una strategia credibile contro la crisi climatica, di provare a immaginare come costruire un mondo più giusto per tutti senza distruggere il Pianeta, sono altri esempi di questa miopia. Forse un giorno l’umanità troverà comunque un nuovo equilibrio. Ma se continuiamo con questo andazzo, avverrà dopo immani catastrofi, con la perdita dei nostri valori e forse la delega alle macchine dei problemi che abbiamo dimostrato di essere incapaci di risolvere. Eppure i segnali positivi ci sarebbero: impegni internazionali, mobilitazione delle opinioni pubbliche, attenzione dei media, diverso atteggiamento di molti imprenditori, tecnologie mirabolanti, apparati informativi e statistici inimmaginabili fina a qualche anno fa. Ma non si vince una guerra solo perché si hanno ottime “armi”, se manca una leadership adeguata. Lo stiamo duramente imparando sull’Afghanistan, dove comunque si preferisce far polemiche inutili, anziché avviare una seria riflessione politica sugli errori commessi e sui rapporti tra valori occidentali e resto del mondo”.
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credits: Foto copertina di anncapictures da Pixabay